Il Pd sul progetto Vedelago: «Brucchi riferisca subito al consiglio»

TERAMO – Il progetto Vedelago che cambia localizzazione è nel mirino del gruppo consiliare del Partito democratico, che accusa il sindaco Maurizio Brucchi di «piangere sul rifiuto versato». L’opposizione consiliare sottolinea che a fronte di un aumento della Tia del 40 per cento dall’inizio della raccolta differenziata, il primo cittadino «si pente e da Carapollo a Terrabianca, fino a poco tempo fa considerato il sito migliore, decide di spostare  nuovamente l’ubicazione dell’impianto per il trattamento e il riutilizzo dei rifiuti». «Siamo l’unico posto al mondo – si legge nella nota del Pd – dove per essere bravi cittadini che differenziano veniamo puniti con una tariffa che invece di diminuire, come da puntuali e reiterate promesse, continua a salire». La nuova localizazione del progetto del Centro rifiuti, concordata con il Mote, secondo il Pd, «non è mai stato portato all’attenzione degli organismi istituzionali, non si sa dove si troverebbe questa fabbrica dismessa (l’hanno individuata con un passa parola fra amici?), nè si fa cenno alla proprietà (è in vendita, in affitto, chi è il proprietario, quanto ci costa ?), non c’è alcuna certezza sui tempi e sulle modalità di finanziamento!!! Dopo anni di "spostamenti" vari esce un coniglio dal cilindro in nome di una ritrovata vocazione ambientalista». Una vocazione, sostiene il Pd che contrasta con l’approvazione di una variante al Prg, «’consumare’ ettari di terreno proprio a ridosso dei fiumi, facendoli diventare potenzialmente edificabili». «Chiediamo al sindaco di riferire immediatamente in Consiglio Comunale  conclude la nota del gruppo consiliare Pd – rispetto ad un argomento, l’ubicazione di un impianto di trattamento rifiuti, che non può certo essere deciso fra lui e il presidente del Mote, tanto più al termine della consigliatura: Sindaco, i consiglieri sono persone di buona volontà, oltre che di competenza e investiti dalla legge di numerose funzioni: aspettiamo di poterle esercitare fino in fondo e al più presto, ed almeno per quei due mesi che restano, visto il nulla dei cinque anni precedenti».